In cucina , Cibi e proprietà
Questa diffusa pianta spontanea, conosciuta anche come portulaca, è ricchissima di Omega 3 e può essere consumata cotta in moltissimi piatti o cruda nelle insalate.
La porcellana (Portulaca oleracea) è una pianta erbacea infestante appartenente alla famiglia delle Portulacaceae. Il nome botanico latino significa “piccola porta” per il modo con cui si aprono le capsule, mentre gli arabi nel Medioevo la chiamavano baqla hamqa (pianta pazza) perché i suoi rami si estendevano per terra senza alcun controllo.
In Italia è molto diffusa e ha diversi nomi a seconda dell’area geografica. Porcellana o erba grassa in Lombardia, porcacchia nel Lazio, porcacchia nelle Marche e precacchia in Abruzzo.
La porcellana era conosciuta come pianta medicinale già nell'antico Egitto, anche se le sue origini sono probabilmente asiatiche. Nei Paesi arabi e del bacino del Mediterraneo veniva coltivata fin dal Medioevo. Negli Emirati Arabi è ancora oggi reperibile in molti negozi di ortaggi per essere utilizzata come insalata, mentre in Italia viene considerata poco più che un'erbaccia o una pianta infestante di orti e giardini da chi non la sa riconoscere e non è al corrente delle sue proprietà benefiche.
Proprietà benefiche e usi della portulaca
Alla portulaca vengono attribuite proprietà diuretiche, depurative, dissetanti e anti-diabetiche. Inoltre, viene utilizzata nella medicina popolare per il trattamento della diarrea e del vomito, in caso di enterite acuta, emorroidi ed emorragie post-partum. Le foglie di portulaca vengono, anche, utilizzate come impacco in caso di punture di insetti, acne e eczema.
Per molto tempo dimenticata, negli ultimi anni la portulaca è tornata al centro dell'attenzione per il suo ricco contenuto di acidi grassi polinsaturi di tipo Omega 3, di cui è considerata un'importante fonte vegetale. Infatti, 100 g di foglie di portulaca contengono all'incirca 350 mg di acido α-linolenico (acidi grassi facenti parte del gruppo di omega-3), che aiutano a ridurre il colesterolo LDL e i trigliceridi, a favore di una migliore circolazione del sangue.
Usi della portulaca in cucina
La portulaca viene da secoli raccolta come erba spontanea oppure coltivata come erba aromatica. La cultura medievale attribuiva alla pianta un valore apotropaico contro gli spiriti maligni e se ne riporta l'uso culinario alla corte di Luigi XIV, il Re Sole. Anticamente veniva raccolta dai frati, che passavano a chiedere l'obolo alle famiglie, ed infatti in Corsica la portulaca viene tuttora chiamata “erba fratesca”.
Le ricette a base di questa erba di solito prevedono di utilizzarne le foglie e i rametti più teneri.
A crudo si usa come ingrediente per le insalate. Infatti, nella cucina povera napoletana questa pianta viene abbinata tradizionalmente alla rucola, mentre in quella siciliana trova spazio come ingrediente dell'insalata ferragostana, con pomodori, cetrioli, cipolle condite con olio e aceto. Nella cucina romana, invece, fa parte della così detta misticanza. Ma la porcellana è adatta, anche, per preparare piatti che prevedono la cottura, come zuppe e minestre, condimenti e ripieni per ravioli e pasta fresca, frittate o conserve sottaceto.
In Sicilia viene utilizzata per preparare una particolare insalata con verdure lesse, dove le foglie e i giovani germogli di questa pianta vengono aggiunti a patate bollite e cipolle al forno. Oppure come ingrediente delle frittelle di purciddana, in cui le cime della pianta, immerse in una pastella di farina ed acqua, sono fritte singolarmente in olio ben caldo e poi servite come stuzzichini o antipasti.
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