Chiamato anche “ortaggio dei poveri”, il raperonzolo è una pianta selvatica commestibile che, dopo aver messo a disposizione del contadino le sue foglie e i suoi fiori, gli regala generosamente anche la sua radice.
Il raperonzolo, chiamato comunemente ortaggio dei poveri, è una pianta erbacea annua o biennale appartenente alla famiglia delle Campanulacee, largamente impiegate in fitoterapia per via delle loro molteplici proprietà benefiche e contemporaneamente per il buon sapore che le rende utilizzabili anche in ambito culinario.
Il nome rapunculus (dal latino rapa) deriva dall’uso culinario che si è sempre fatto della sua radice. Il raperonzolo si distingue, infatti, dalle altre Campanule per la sua radice a fittone, biancastra e carnosa, tanto da rassomigliare a una rapa. È questa la parte del raperonzolo che viene solitamente utilizzata in ambito culinario.
È relativamente semplice coltivare il raperonzolo e questo ortaggio è ampiamente diffuso sul territorio italiano, anche sotto forma di germogliazione spontanea, in particolare nei boschi, lungo le siepi, nelle zone erbose, dalla pianura alla montagna fino a 1500 metri d’altitudine, ad eccezione della Sicilia e della Sardegna.
Il fusto, alto anche più di un metro, è peloso e sottile, mentre le foglie sono strette, allungate e leggermente ondulate. I suoi fiori, dalla corolla blu o lilla a forma di campanella, sono commestibili e donano colore a insalate e misticanze, esaltandone anche il sapore con un profumo delicato, quasi di bosco.
Essendo dotato di proprietà antisettiche e antinfiammatorie, il raperonzolo era molto ricercato anche per usi medicinali. Oggi è ancora molto apprezzato come ortaggio e lo si può coltivare benissimo anche nel proprio orto. Le prime ad essere raccolte sono le rosette basali delle foglie con le radici sottili, che si mangiano crude in insalata; sul finire dell’inverno si raccoglieranno, invece, le radici ormai ingrossate che si consumeranno cotte, da sole o assieme alle foglie, e condite come tutte le altre radici. Il sapore dolciastro e gradevole di queste ultime è dovuto al fatto che le riserve, come in genere in tutte le Campanulacee, sono costituite da inulina anziché da amido.
Una pianta che fa bene alla salute
Nonostante le difficoltà legate alla pulizia della radice, che richiede tempo ed attenzione, il raperonzolo trova vasto impiego in fitoterapia, proprio per via dell’efficacia nella cura di sintomi e disturbi.
La prima caratteristica degna di nota è senza dubbio la presenza di vitamina C, utile sostegno al sistema immunitario. È inoltre ricco di fibre, proteine e sali minerali, anch’essi elementi importanti per l’organismo.
I benefici apportati dall’assunzione di raperonzolo comprendono inoltre la proprietà antinfiammatoria del cavo orale, nonché effetti digestivi, lassativi e diuretici. Queste proprietà sono note sin dall’antichità e, anche se il raperonzolo oggi non è più così diffuso, resta comunque una risorsa importante, non solo per le proprietà di riequilibrio dell’apparato digerente, ma anche come elemento dall’alto valore nutrizionale nella dieta dei diabetici. Le sue radici, infatti, non contengono amido e dunque possono essere consumate in totale tranquillità.
Volete preparare qualche ricetta?
Ecco alcuni spunti per voi!
Insalata di radici
Ingredienti
- radici di raperonzolo
- carote
- ravanelli
- un cespo di insalata
- olio extra vergine di oliva
- pepe
- erba cipollina
Preparazione
Lavate e mondate l’insalata, poi riponetela in una terrina. Lavate le radici di raperonzolo, le carote e i ravanelli, tagliando questi ultimi a rondelle. Pelate le radici e le carote con il pelapatate e tagliateli e julienne. Versate tutte le verdure in un’insalatiera e condite con un battuto di olio extravergine di oliva e erba cipollina tagliata finissima.
Uova con raperonzoli e caciotta
Ingredienti
- 4 uova
- 100 g di caciotta
- 3/4 radici di raperonzolo
- foglie di raperonzolo
- olio extra vergine d’oliva
- pane tostato
- peperoncino
Preparazione
Scaldate un poco di olio extra vergine di oliva in una padella, poi versatevi 4 albumi. Appena quest’ultimo diventerà bello bianco, unitevi piccoli pezzi di caciotta fresca e fate cuocere per 2 minuti. A questo punto unite anche i rossi dell’uovo, un pizzico peperoncino e le radici di raperonzolo tagliate a rondelle sottili. A cottura ultimata, spolverate le uova con un trito finissimo fatto con le foglie di raperonzolo e servite il piatto ancora caldo con del pane tostato irrorato con un filo di olio extra vergine di oliva.