Antibatterico e antibiotico naturale, scopriamo assieme tutte le proprietà del rafano!
È conosciuto come barbaforte, cren, rafano di Spagna oppure rafano orientale, tuttavia parliamo sempre di una pianta rizomatosa, di cui consumiamo la grossa radice bianca, di forma cilindrica, dal sapore forte e deciso.
È una pianta perenne appartenente al genere delle Crucifere, la stessa famiglia del cavolo, del ravanello, della senape e della rapa. In Italia questa radice, che cresce spontanea sia in montagna a bassa quota che in pianura, la si trova soprattutto in zona centro-nord, nella zona appenninica, ma anche in Lazio, Abruzzo e Basilicata.
Le proprietà del rafano
Il rafano possiede diverse proprietà benefiche. Innanzitutto, svolge un’azione antibatterica e antibiotica, grazie alla presenza di glicoli dell’olio di senape come la sinigrina che, unitamente agli oli essenziali presenti, sono responsabili del tipico sapore intenso e pungente del rafano.
Aiuta la digestione, favorendo la produzione di bile e succhi gastrici, ma ha anche un rilevante potere antinfiammatori. In particolare, risulta molto utile come espettorante e purificante per le vie respiratorie, in caso di raffreddore, tosse e bronchite. La presenza della vitamina C, inoltre, fa sì che questo alimento contribuisca al rafforzamento delle difese immunitarie.
Questa preziosa radice ha anche proprietà depurative poiché è in grado di stimolare la diuresi e contrastare la ritenzione idrica. Il rafano è anche un potente antiossidante, in grado di contrastare l’azione dei radicali liberi, e aiuta il processo di detossificazione epatica.
Inoltre, come tutti gli alimenti piccanti, il rafano è in grado di accelerare il metabolismo, svolgendo un effetto dimagrante. Infine, ha un buon contenuto di fibre le quali, oltre a favorire la funzionalità intestinale, favoriscono anche il senso di sazietà.
Ricette di cucina col rafano
In cucina generalmente si utilizza la radice, ma anche le foglie giovani possono essere usate in insalata o come ingrediente di zuppe e minestre.
Quando è intera, la radice non possiede un particolare aroma, ma se viene tagliata, tritata o grattugiata, sprigiona delle esalazioni fortissime e irritanti per gli occhi e le mucose nasali.
Può essere consumata fresca, grattugiandola sul bollito o sull’arrosto di carne o pesce, oppure per conferire sapidità a piatti a base di patate, legumi o verdure stufate. In alternativa, si può tritarla e congelarla, oppure conservarla sott’aceto.
Per ottenere il rafano essiccato, basta tagliare la radice a fettine dello spessore di un centimetro circa e lasciarle asciugare al sole per una giornata intera. Otterremo così delle chips piccanti da servire come snack.
È il principale ingrediente della salsa cren, dal gusto acidulo e pungente, simile al wasabi della tradizione giapponese, ma molto meno piccante. È molto utilizzata in parecchie ricette tipiche del triveneto, dove viene fondamentalmente utilizzato come accompagnamento per i bolliti ed il pesce affumicato. Specialmente in Germania, Austria ed altri paesi del centro Europa, non manca mai come accompagnamento in piatti a base di carne, bolliti specialmente, salsicce e uova sode.
Quando si ossida, il rafano tende ad annerirsi: si consiglia, quindi, di bagnarla con una soluzione di acqua e limone o aceto.