Quello che le persone pensano di mangiare si riflette sulla percezione del gusto dell’alimento
Un team di ricerca del dipartimento di Scienze e Tecnologia alimentare presso la Ohio State University ha effettuato un esperimento per capire come ciò che viene riportato sull’etichetta di un alimento influisce sulla percezione del sapore del cliente e quindi sul suo gradimento del prodotto.
Dalla ricerca, pubblicata sulla rivista Food Quality and Preference, è emerso che l’esperienza sensoriale del cliente cambia in base a quel che viene riportato sull’etichetta, anche se il prodotto è lo stesso. Inoltre, lo studio ha dimostrato come i clienti siano più scettici nei confronti delle etichette con informazioni positive sul prodotto, mentre si fidano di più delle etichette con informazioni negative.
Un esperimento sui biscotti
Per determinare in che modo l’etichetta influisce sulla percezione del sapore del cliente, i ricercatori della Ohio State University hanno reclutato 120 partecipanti di età compresa tra i 18 e i 70 anni da un database di relatori del Sensory Evaluation Center dell'Ohio State.
A 58 sono stati fatti assaggiare tre biscotti uguali, ma etichettati in maniera diversa ("nuovo di fabbrica”, "nuovo e migliorato”, “reclamo del consumatore”).
Ai restanti 62 partecipanti sono stati fatti assaggiare, invece, 3 tipi di crackers uguali, ma sempre con etichette diverse.
In entrambi i casi, è stato detto loro che avrebbero valutato rispettivamente: un nuovo prodotto di un importante fornitore, un prodotto migliorato e un prodotto che aveva ricevuto reclami dei clienti.
Dopo ogni morso, i partecipanti hanno indicato il loro gradimento generale del prodotto in base a una scala di 9 punti, oltre a fornire ulteriori valutazioni positive e negative, come quanto fossero croccanti e freschi i crackers e l’intensità del sapore dei biscotti.
I risultati dello studio
I risultati hanno mostrato come entrambi i prodotti, biscotti e crackers, sono stati percepiti come aventi un sapore (nel caso dei biscotti) e una consistenza (nel caso dei crackers) diversi nei tre casi, nonostante fossero esattamente gli stessi. Inoltre, quelli etichettati "nuovi e migliorati" sono stati percepiti come più gustosi di quelli etichettati "reclamo del consumatore”. In più, i punteggi complessivi di gradimento erano più bassi per i prodotti etichettati "reclami del consumatore" rispetto a quelli etichettati "nuovi e migliorati”.
I risultati hanno, quindi, mostrato una chiara influenza dell'etichettatura sulla percezione del sapore dei consumatori.
L’influenza del pregiudizio
I prodotti con l’etichetta negativa hanno ricevuto più critiche perché i clienti avevano un'opinione più negativa. L’etichetta positiva, al contrario, creava un’aspettativa più positiva, ma non così tanto.
Quando viene data una descrizione spiacevole di un prodotto, la nostra idea di esso cambia in negativo. Anche il gusto percepito dei biscotti con gocce di cioccolato, considerato un alimento dolce e gradevole, ha subìto l’influenza dell'etichetta con attributi negativi.
Ma cosa accade quando leggiamo o ascoltiamo un giudizio negativo su un prodotto? Il cervello inizia immediatamente a cercare gli aspetti negativi nel prodotto, il classico pregiudizio che è stato osservato anche con altri alimenti.
La cosa interessante che emerge da questo nuovo studio, tuttavia, è che questo mostra che anche cibi molto gradevoli possano subìre gli effetti del pregiudizio: l’etichetta negativa ha fatto sì che il cliente percepisse non più un sapore dolce ma un sapore amaro del biscotto.