Alimentazione
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I gusti sono gusti vero? Ecco una lista dei piatti etnici più strani, che forse non avrete il coraggio di assaggiare mai.
Nel mondo esistono differenti culture gastronomiche e specialità locali. In questo giro del mondo culinario proviamo a vedere quali sono i piatti più insoliti.
Tuttavia, non tutto il cibo etnico è abbordabile e facile da apprezzare. Conoscete sicuramente il riso alla cantonese, ma se vi parlassimo di serpenti, larve e vermi? A voi la scelta!
Piatti etnici insoliti
- Uovo centenario (Cina): L'uovo dei cent'anni (pídàn) è un tradizionale metodo di conservazione delle uova ed è una specialità della cucina cinese. 100 giorni è il tempo richiesto per la sua preparazione, che prevede la conservazione di uova d’anatra (più raramente di gallina) in un impacco di acqua, sale, cenere, calce viva e carbone. Alla fine del processo di fermentazione, l’albume assume la tipica colorazione marrone intenso, a volte tendente al violaceo, mentre il tuorlo risulta verde scuro con cerchi concentrici neri.
- Fugu (Giappone): Chi non conosce il pesce palla? Questo famoso piatto della tradizione gastronomica giapponese può risultare letale se alcune parti tossiche del corpo non vengono adeguatamente rimosse. In Giappone occorrono un coltello apposito e soprattutto una licenza governativa per maneggiare questa pietanza. Dal 2000 a oggi si contano, comunque, 20 casi di morte in seguito al consumo di questo alimento.
- Ragni fritti (Cambogia):servite con una salsa di lime e pepe nero, in Cambogia le tarantole sono uno snack di gran moda. Sorprende la differenza fra la croccantezza esterna, data dalla frittura, e il senso di morbidezza delle interiora di questi simpatici insetti.
- Witchetty grub (Australia): Fare uno spuntino con una larva del legno, bianca, molliccia e piuttosto grossa? A noi può non sembrare particolarmente invitante, ma per gli aborigeni australiani la stagione delle witchetty grub viene salutata con grandi festeggiamenti. In genere vengono consumate vive e crude, e sono una fonte molto ricca di proteine.
- Shiokara (Giappone): L’odore di questo tradizionale piatto giapponese è talmente forte che molto spesso viene “buttato giù” il più in fretta possibile e poi fatto seguire a ruota da un bicchierino di whiskey. Ma di cosa si tratta? Calamari fatti fermentare nelle loro viscere. Buon appetito!
- Cavallette (Thailandia): In genere fritte oppure servite con lime e aglio, le cavallette sono ormai una pietanza piuttosto popolare, tanto che la Wahaca, catena di ristoranti messicani, le ha ufficialmente inserite nel menù del proprio locale di Londra.
- Sannakji (Corea): Il piatto è costituito da polpi ancora vivi, tagliati in piccoli pezzi e serviti immediatamente, quando ancora saltellano, di solito conditi con sesamo e olio di sesamo. Attenzione, però, alto rischio di soffocamento.
- Escamoles (Messico): Mai sentito parlare della “tequila col verme”? Le escamoles sono candide larve raccolte dalle piante dell’agave blu, da cui si distilla, appunto, la tequila. I messicani le chiamano affettuosamente “insetti caviale”.
- Beondegi (Corea): La beondegi è una zuppa coreana a base di bachi da seta. In genere si serve come snack nello street food.
- Tong zi dan (Cina): A Dongyang, in Cina, ogni anno si dà il benvenuto alla primavera con la preparazione delle tong zi dan, o “uova del ragazzo vergine”: si tratta di uova bollite nella pipì di fanciulli in età prepuberale. Le provereste?
- Hákarl (Islanda): Nelle aree molto fredde l’essicamento è un metodo di conservazione piuttosto diffuso, soprattutto se si vogliono conservare animali di grossa taglia. È il caso dello squalo, che viene seppellito per qualche mese e lasciato fermentare nei suoi stessi fluidi corporei, poi estratto, tagliato a pezzi e appeso a seccare.
- Creste di gallo (Europa): L’ingrediente di riferimento per due dei piatti simbolo della cucina di recupero italiana: il cibreo toscano e la finanziera piemontese. Le creste occupano un posto di tutto rispetto anche nella gastronomia francese, in genere come ingrediente fondamentale per le zuppe.
- Surströmming (Svezia): Le aringhe. Il più salate e fermentate possibile, agli svedesi piacciono tanto. Eppure anche loro, quando aprono una confezione di surströmming, hanno l’accortezza di farlo fuori dalla porta di casa, tanto è forte l’odore di questo pesce.
- Ostriche Rocky Mountain (Stati Uniti): Il nome è esotico, raffinato… ma siamo lungo al Road 66 e se non hai stetson e speroni non te li vendono proprio: stiamo parlando ovviamente dei testicoli di toro fritti, cibo feticcio dell’America dei cowboys e dei rodeo.
- Caffè Black Ivory (Thailandia): Il motivo per cui una miscela di caffè può arrivare a costare 1.100 dollari al chilo deve essere davvero speciale. In effetti nel caso del Black Ivory lo si può ben dire: i suoi chicchi vengono raccolti manualmente dalle feci degli elefanti thailandesi cui vengono fatti mangiare e predigerire. Memento per noi, quando ci lamentiamo che pistacchi di Bronte o capperi di Pantelleria costano un occhio…
- Balut (Filippine): Il balut, di origine filippina ma diffuso in tutto il sud est asiatico, è un uovo di anatra o di gallina fecondato e bollito nel suo guscio poco prima della sua schiusa, quando l’embrione al suo interno è quasi completamente formato. Nasce come alimento afrodisiaco, infatti non è insolito trovarlo come street food nei quartieri di piacere cambogiani, vietnamiti o filippini.