Chi usa il cibo come antidoto alle emozioni, vive questa situazione con vergogna e senso di colpa e raramente chiede aiuto. In questi casi l’alimentazione diventa incontrollata e ingestibile, aprendo la strada alle abbuffate compulsive.
Spesso il nemico numero uno quando si vuole mantenere il peso forma o seguire una dieta dimagrante non è la fame fisiologica, ma la fame emotiva. Scatenata da motivi psicologici più o meno latenti, è la causa principale del fallimento delle diete.
Per alcuni abbuffarsi diventa un’abitudine e si usa il cibo come un metodo per gestire emozioni negative. Non si mangia più per fame, ma perché ci si sente tristi, arrabbiati, vuoti, depressi, annoiati. Questo tipo di comportamento diventa automatico e incontrollabile.
Cosa succede quando ci si abbuffa?
Si inizia con una voglia irrefrenabile di cibo, che ci spinge a mangiare, talmente forte da catalizzare tutta la nostra attenzione sul cibo e su come procurarselo. Si mangia in modo veloce e meccanico, senza nemmeno masticare bene il cibo.
La sensazione iniziale è piacevole, si prova una sensazione di calma e quiete, e si continua a buttare dentro cibo in uno stato simile alla trance, fino a stare male. Poi la sensazione piacevole iniziale si trasforma in disgusto, sofferenza, vergogna e senso di colpa per aver ceduto a questa voglia improvvisa.
Le persone che soffrono di attacchi di fame emotiva si percepiscono come indegni, disgustosi e degradanti. Nascondono la loro difficoltà anche per anni perché temono di non essere capiti e di essere giudicati negativamente.
Che cosa provoca la fame emotiva?
Lo psicanalista Roger Gould, autore del libro “Shrink Yourself: Break Free from Emotional Eating Forever”, ha identificato 12 cause che provocano l’assunzione compulsiva di cibo:
- Si vuole combattere lo stress: si mangia per alleviare emozioni negative come rabbia, ansia e tristezza.
- Ci si difende abbuffandosi: per evitare il confronto diretto con chi ci ferisce ci buttiamo sul cibo.
- Non si hanno amici: ci si abbuffa per evitare di sentirsi rifiutati e il cibo diventa l'unico amico.
- Non si vuole essere giudicati: se si ha una bassa autostima di sé, riempirsi la pancia ci fa dimenticare quanto non ci piacciamo.
- Si ama solo il cibo: se le nostre relazioni non sono soddisfacenti, si cercano emozioni nel cibo.
- Si vogliono colmare le lacune: si mangia per dimenticare il passato.
- È un modo per affermare la propria indipendenza: il cibo può diventare una forma di ribellione.
- Diventa una scusa per non rischiare: si usa il cibo per proteggersi dalla paura del fallimento.
- Si hanno problemi nell'intimità: ci si butta nei dolci per evitare di affrontare la sessualità.
- Si utilizza il cibo per sfogare la rabbia: il corpo diventa un campo di battaglia e ci si abbuffa per vendicarsi o liberarsi dalle emozioni violente.
- Ci si rifiuta di crescere: si vuole essere spensierati come i bambini per non sentire responsabilità.
- Si ha paura di dimagrire: quando si mangia troppo perché si teme di perdere peso e per evitare un cambiamento.
Cosa si può fare?
Per combattere la fame da stress è necessario eliminarne la causa. Per prima cosa, bisogna cercare il motivo del malessere che provoca gli attacchi di fame, contattando nei casi più gravi un terapeuta e affidandosi alle cure di un nutrizionista che metta ordine al proprio regime alimentare. Affrontare il problema significa riuscire a trovare una soddisfazione sia fisica sia psichica.
Il metodo Bioimis, grazie al supporto del suo staff di coach e grazie ad uno staff scientifico composto da medici e biologi nutrizionisti è in grado di supportarti lungo tutte le fasi del tuo percorso alimentare.
Attività anti-stress come lo yoga, la meditazione, le tecniche di rilassamento possono essere utili se l’attacco di fame è dovuto allo stress o all’ansia. Praticare sport e una regolare attività fisica è d'aiuto perché si impegna la mente e si apportano benefici ai muscoli corporei.
Se, invece, le abbuffate sono dovute alla noia, meglio distrarsi con una passeggiata, ascoltando della musica, leggendo un libro o semplicemente telefonando a un amico.
Ricordatevi di assumere un atteggiamento responsabile, chiedendovi se davvero avete bisogno di mangiare o se si tratta di un semplice istinto nervoso. È importante essere consapevoli di ciò che si mangia.
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