Una volta c'era il classico cucchiaino di cioccolato per mescolare il caffè, ora la grande ristorazione si è evoluta. Arrivano anche in Italia i piatti commestibili. Sarà una trovata per risparmiare sulla lavastoviglie?
Entrare in un ristorante dove si può mangiare tutto, dal contenuto al contenitore, non è più un’utopia, anzi si tratta di una pratica che sta prendendo sempre più piede anche nel nostro paese, grazie alla creatività di designer, ingegneri, biologi, studenti ed esperti del settore Horeca.
Il cibo, in fondo, è uno dei pochi linguaggi universali, quindi perché non togliersi la soddisfazione di addentare piatti, bicchieri, bottiglie, posate, tazzine e altri utensili? In realtà, nel mondo della ristorazione si usano da tempo alcune tipologie di “piatti” commestibili.
Basti pensare alla classica cialda di parmigiano o al cestino per l’insalata fatto con una piadina. La vera novità, invece, consiste nella notevole praticità e resistenza raggiunta da queste inusuali stoviglie, che sono in grado di contenere anche la zuppa o altri piatti bollenti.
Sono tantissime ormai le startup di packaging commestibili, che negli ultimi anni hanno lanciato un’infinità di prodotti, dai piatti in fecola di patate a quelli in pane croccante dalla forma simile a un fiore, i cui petali possono essere utilizzati come crostini. Per non parlare dei bicchieri in buccia di frutta, delle posate, disponibili in versione dolce, salata o neutra, o della pellicola commestibile.
A sostegno dell’ambiente
Per quanto possa sembrare stravagante, quella dei piatti edibili può rivelarsi un’ottima idea per salvaguardare l’ambiente. Lo sviluppo dei contenitori per alimenti commestibili consentirebbe, infatti, di ridurre i rifiuti e gli sprechi.
Non più posate e accessori in plastica usa e getta e consumo eccessivo di acqua e detersivi per il lavaggio delle stoviglie. Inoltre, se ripensiamo al passato era normale preparare delle zuppe e gustarle utilizzando del pane come piatto, cosa che avviene ancora in varie zone d'Italia e che anche alcuni ristoranti stanno riscoprendo, a tutto beneficio del pianeta.
L’ultimo a cimentarsi in questo campo è il 25enne Riccardo De Leo, dottorando all'università di Modena e Reggio Emilia, che ha recentemente vinto un premio al congresso della European Federation of Food Science and Technology di Uppsala per il suo studio sul Domopak commestibile. La pellicola 100% biodegradabile ed edibile, farebbe risparmiare all'ambiente qualcosa come 630mila tonnellate annue di rifiuti.
Insomma, i piatti edibili sono una soluzione originale per chi lavora nel campo dello street food e della ristorazione veloce, ma anche per chi vuole semplicemente inserire qualche portata diversa dal solito da inserire nel menù del proprio ristorante o stupire gli amici che invitate a cena.