L’obesità infantile è una piaga che sta prendendo sempre più piede in Europa e nel mondo, e il 70% degli adolescenti obesi è oggi destinato a diventare un adulto obeso, ma di chi è la colpa?
In Italia il 24% dei bambini tra i 6 e i 12 anni è sovrappeso e il 12% obeso.
Secondo l’Italian Foundation for Childhood Obesity l’11% dei bambini non fa la prima colazione, il 28 non la fa in maniera adeguata e l’82% fa una merenda a scuola qualitativamente non corretta.
Obesità: tutta colpa dei genitori?
Il 23% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano giornalmente frutta e verdura (solo il 2% dei bambini ne mangia più di 4 porzioni al giorno), il 41% dei bambini beve ogni giorno bevande zuccherate (il 17% più di una volta al giorno) e solo 1 bambino su 10 ha un livello di attività fisica raccomandato per la sua età (mentre 1 su 2 trascorre più di due ore al giorno davanti al televisore o a videogiochi e ha un televisore in camera).
Non solo...
Sarebbe riduttivo, tuttavia, dare alle famiglie tutta la responsabilità di questa situazione.
Uno studio Europeo IDEFICS (Identification and Prevention of Dietary - and Lifestyle -I nduced Health Effects in Children and Infants), ha rilevato come vi siano altri fattori che incidono in modo pesante su una non corretta alimentazione dei ragazzi:
- la mancanza di tempo sufficiente a cucinare;
- il poco tempo disponibile dei genitori trascorrere con i bambini;
- i nonni, a cui vengono spesso affidati i bambini, “rompono” le regole sul cibo;
- la vasta disponibilità di alimenti carichi di energia e poveri di nutrienti, economici e facili da acquistare per i bambini,
- una politica alimentare scolastica non ancora ben elaborata e costante che sia approvata dai genitori.
A questi fattori si aggiunge una vita troppo sedentaria dei ragazzi, spesso dovuta dalle barriere all’attività fisica:
- la mancanza di strutture, come campi da gioco, palestre, campi sportivi, piscine, spazi verdi o piste ciclabili;
- problemi di sicurezza come il troppo traffico;
- le condizioni a scuola, sebbene diverse da nazione a nazione, non sono ottimali in nessuna di loro, a causa degli intervalli troppo corti e la mancanza di spazio per giocare.
La soluzione?
Se la soluzione non proviene dalle scuole, che spesso non riescono ancora oggi ad educare i ragazzi all’importanza di una corretta cultura alimentare e sportiva e a coinvolgerli in attività extrascolastiche, il focus torna nuovamente sui genitori.
La soluzione è quella di fornire al proprio figlio una alimentazione equilibrata e varia (senza riproporre sempre e solo le pietanze che preferisce): ricordare da un lato l’importanza della merenda ma dall’altro impedire che arrivi ai pasti principali già sazio di snack preconfezionati, dimenticare la paura non sia “abbastanza nutrito” (insistendo e supplicandolo affinché mangi), sono due utili consigli per invertire la tendenza che vede oggi, per la prima volta nella storia, le generazioni attuali avere un’aspettativa di vita inferiore a quella dei genitori.
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