Cibi e proprietà

Mirto: dalla Sardegna alle tavole di tutti gli italiani

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Proprietà del Mirto
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Conosciuto soprattutto per le sue bacche commestibili, il mirto è ricco di proprietà terapeutiche.

Il mirto (Myrtus Communis) è una pianta appartenente alla famiglia delle Myrtaceae, dalle origini antichissime. È presente in tutta Europa, specialmente in Grecia, Italia, Spagna e nel sud della Francia ma si trova anche nelle contee sud-occidentali dell'Inghilterra, nell'area del Golfo ed in Irlanda.
Ne esistono circa 100 varietà dai molteplici usi, in ambito gastronomico e non solo.

Un’erba dalle origini mitiche

Il nome “mirto” viene dalla mitologia greca: Myrsìne era il nome di una ragazza trasformata in un cespuglio di mirto dalla dea Atena perché, in una competizione sportiva, aveva battuto uno sfidante maschio. Ma sono tante le divinità associate con questa pianta nell'Antica Grecia. La mitologia abbonda di amazzoni ed eroine il cui nome deriva dal mirto, e inoltre la pianta era particolarmente cara alla dea Afrodite, che si dice sia apparsa a un guardiano del faro chiamato sotto forma di foglie di mirtillo.
Sempre nell'Antica Grecia era usato durante i riti funebri, come omaggio ai morti, ma anche per adornare le corone dei vincitori dei Giochi Olimpici.
È tradizionalmente associato anche all'amore, e quindi utilizzato in molte culture di diversi paesi per suggellare i voti nuziali, quale simbolo di bellezza e fertilità.

Le proprietà del mirto

Il mirto, per il suo contenuto in olio essenziale (mirtolo, contenente mirtenolo e geraniolo e canfene), tannini e resine, è un’interessante pianta dalle proprietà aromatiche e officinali.
Gli sono attribuite proprietà balsamiche, antinfiammatorie, astringenti, leggermente antisettiche, pertanto trova impiego in campo erboristico e farmaceutico per la cura di affezioni a carico dell’apparato digerente e del sistema respiratorio.
Le sue proprietà antisettiche e antinfiammatorie erano note già a Egizi e Assiri, che lo usavano per curare le ulcere. Nel Medioevo, invece, l'acqua distillata di fiori di mirto veniva considerata un ottimo tonificante e rinfrescante per la pelle, al punto da essere chiamato "acqua degli angeli". E infatti tuttora è utilizzato nella cosmesi per le sue proprietà astringenti.
Tradizionalmente si attribuiscono al mirto benefici utili contro la cistite, la cattiva digestione, le emorroidi e le gengiviti. Anche il liquore sardo, ricavato dalla macerazione in alcool dei frutti del mirto, è noto per la sua azione digestiva.
Questa pianta svolge anche un’azione tonica e antisettica, utile per la produzione di creme per la cosmesi naturale e detergenti intimi per le pelli sensibili.

Il mirto in cucina

In Italia è diffusissimo in Sardegna, dove cresce spontaneamente insieme ad altre essenze ed è la base per il più famoso liquore, simbolo dell’Isola. Oltre ad essere utilizzato per la produzione dell’omonimo liquore, il mirto viene impiegato in cucina in foglie e bacche essiccate mai fresco, se non per decorare i piatti. Le bacche vengono impiegate, oltre che per la preparazione del liquore di mirto, anche per vini, marmellate e dolciumi.
Scura, densa, profumatissima e piena di sapore: la marmellata di mirto è ottima da sola, ma viene usata anche in molti dolci tipici sardi. Più raro ma non meno buono il miele di mirto.
Con la bacca di mirto si prepara poi in Sardegna un particolare infuso ma anche un tipico piatto primaverile, l'agnello sul letto di rami di mirto fresco.
Altro utilizzo molto comune nell'isola è la griva, che tradizionalmente viene preparata con uccelli come fagiano o quaglie, ma anche con il pollo: otto uccelli vengono legati insieme, bolliti e lasciati riposare per un giorno intero sotto un letto di foglie e bacche di mirtillo.
E poi c'è il porceddu, che viene arrostito utilizzando un misto di ginepro, mirto, alloro e legno d'ulivo.
La cucina europea in generale usa bacche e foglie per insaporire i piatti di carne, di pesce e per aromatizzare i salumi. In particolare il mirto è noto nel Lazio per la preparazione di una particolare salsiccia denominata mortatum romano.
Il liquore può comparire anche in bianco e giallo, a seconda del grado di maturazione delle bacche o dall'utilizzo delle foglie.

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