Si può usare nelle stoviglie ma attenzione al loro utilizzo.
Quando si parla di oggetti destinati a entrare in contatto con gli alimenti, il pensiero corre velocemente agli imballaggi dei prodotti che riempiono gli scaffali dei negozi: plastiche, vetro, carta e cartone, lattine, la cui funzione è di contenere e proteggere il prodotto.
Spesso non ci vengono in mente anche agli utensili, stoviglie, piatti, bicchieri e superfici di lavoro, ma è molto importante che questi siano di buona qualità perché non devono rilasciare nell'alimento le sostanze di cui sono composti, alterandolo con residui tossici per la salute del consumatore.
Melamina: sì o no
I piatti in melamina sono spesso colorati e divertenti, tanto che di solito è proprio questo il materiale di cui sono fatte le stoviglie dedicate ai piccolissimi: non si rompono, sono belli ed economici, che cosa chiedere di più?
È recente la notizia che la melamina, 1,3,5-Triazine-2,4,6-triamina, ha ottenuto un definitivo via libera per l'uso in piatti e posate, purché siano sempre rispettati i cosiddetti limiti di migrazione specifica, cioè la quantità massima di una sostanza che può essere rilasciata dal contenitore all'alimento. Per la melamina questo limite è stato fissato a 2,5 mg/kg di prodotto alimentare (era quasi 10 volte superiore, fino a qualche anno fa).
Si tratta però di un composto autorizzato per la produzione di plastiche con cui vengono creati piatti, bicchieri, stoviglie e contenitori, molto pratici e molto resistenti in cucina.
Come molti però anche la melamina può migrare e questo passaggio è favorito da condizioni di utilizzo particolari che andrebbero accuratamente evitate.
Una ricerca pubblicata sulla rivista Jama Internal Medicine dal taiwanese Chia-Fang Wu, per esempio, ha dimostrato che è meglio evitare piatti e posate di questo materiale con i cibi caldi.
I risultati dello studio
Dopo aver condotto un'indagine su dodici volontari, uomini e donne, è stata fatta loro mangiare una zuppa calda servendola in una scodella di melamina o di porcellana; quindi, per dodici ore, a intervalli regolari ha raccolto campioni di urine per dosare la melamina escreta. Dopo tre settimane il test è stato ripetuto scambiando le stoviglie: chi aveva mangiato dalla melamina ha avuto la scodella in porcellana e viceversa, quindi sono state ripetute tutte le analisi.
Quando i volontari prendevano la minestra calda da un piatto in melamina, l'escrezione di questa sostanza era pari in media a 8,35 microgrammi; quando mangiavano nella porcellana il valore scendeva a 1,31 microgrammi. Stando ai dati raccolti, la quantità di melamina rilasciata dalle stoviglie dipende dalla loro qualità e perfino dalla marca.
I cibi acidi favoriscono il passaggio del composto nel cibo, anche se il fattore più rilevante pare essere la temperatura.
Meglio, quindi, evitare i piatti in plastica quando si mangiano cibi caldi, riservandoli alle portate da consumare fredde
Rischi per la salute
Livelli elevati di melamina accumulati dall'organismo possono nuocere alla salute dei reni, provocando la formazione di cristalli o calcoli nelle vie urinarie. Il fenomeno è favorito dalle alte temperature. Per questo gli oggetti contenenti melamina non dovrebbero essere usati nel microonde, dove per assicurare il corretto riscaldamento dei cibi si devono raggiungere temperature elevate. È, anche, sconsigliato l'uso degli oggetti in melamina quando sono visibilmente rovinati o crepati, con alimenti e bevande bollenti ma anche per fritture e cotture. In via cautelativa dunque è bene non esporre gli oggetti in melamina a temperature superiori a 70°C, soprattutto se usati per i bambini.
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