Anche chi soffre di disturbi al cuore può godersi la montagna, ma deve seguire qualche semplice regola.
Camminare in montagna fa bene alla salute, aiuta a perdere peso ed è utile per prevenire l'insorgere di malattie cardiovascolari. Ma questo vale anche per le persone che già soffrono di questi disturbi?
Un team di esperti dell'Università Bicocca di Milano ha analizzato diversi studi sugli effetti dell'esposizione all'alta quota di persone affette da malattie cardiovascolari. Le raccomandazioni elaborate dai medici sono state recentemente pubblicate nella rivista scientifica European Heart Journal.
Dai 2.500 metri di altitudine il nostro corpo fatica di più
L'aria contiene meno ossigeno, questo comporta accelerazione della frequenza respiratoria e aumento della pressione sanguigna, che si traduce in un carico notevole per il cuore. È per questo che chi soffre di pressione alta, malattie coronariche o ha recentemente avuto un infarto dovrebbe fare particolare attenzione in montagna.
Solo se si hanno malattie cardiache molto gravi, però, è necessario rinunciare completamente all'alta quota. Negli altri casi, invece, praticare molte attività può addirittura migliorare lo stato di salute di chi ha disturbi al cuore.
Attenzione all'alta quota per chi soffre di coronopatia e ipertensione
In questi casi gli esperti consigliano di non superare determinate quote, perché questa malattia comporta un restringimento delle coronarie e quindi al muscolo del cuore arriva meno ossigeno. Con coronaropatie lievi è possibile spingersi fino a 4.200 metri. Per i casi più gravi, invece, meglio fermarsi a quota 2.500 o addirittura rinunciare alle escursioni in montagna. Ai pazienti che soffrono di ipertensione si raccomanda di controllare regolarmente i propri valori prima e durante la permanenza in montagna. In base alla gravità della malattia, i medici consigliano anche sottoporsi a diversi tipi di test clinici prima di salire in alta quota.
Controindicazioni per chi assume diuretici
Se si assumono farmaci bisogna fare molta attenzione. Quelli contro l'ipertensione spesso funzionano come diuretici, eliminando sali e acqua dal sangue. Questo riduce il volume ematico e, di conseguenza, la pressione sanguigna scende. In montagna, però, a causa della fatica e della traspirazione, il corpo perde più liquidi e quindi c'è il rischio di disidratazione.
La montagna fa bene all'umore
Se il paziente cardiopatico segue tutte le raccomandazioni, le escursioni in montagna possono avere un effetto molto positivo sul decorso della malattia, rallentandola e in certi casi anche arrestandola. Da non sottovalutare, anche, l'aspetto psicologico. Infatti, il contatto con il suo ambiente naturale e la riscoperta del territorio, della sua fauna e della sua flora ci aiuta a concentrarci, ci rende più creativi e aiuta a curare la depressione, migliorando l’agilità mentale e la consapevolezza di sé. Inoltre, la sicurezza di poter mantenere una certa dose di libertà e autonomia, nonostante la malattia, accresce notevolmente l'autostima e il benessere di chi è affetto da problemi al cuore.Infine, la montagna è salute anche nel momento in cui lo sforzo fisico del camminare ci aiuta a bruciare i grassi superflui e gli zuccheri in eccesso.