Questo particolarissimo e nutriente frutto cresce sfidando il clima inospitale dell’Outback australiano.
La natura ci regala ogni giorno frutti deliziosi e inaspettati, provenienti dai luoghi più diversi. In molti casi le piante che li producono sono riuscite ad adattarsi anche a condizioni atmosferiche particolarmente ostili, in una lotta continua per la sopravvivenza.
È il caso del quandong. Questo frutto antichissimo, che per migliaia di anni è stato una delle principali risorse alimentari delle popolazioni aborigene australiane, viene chiamato anche “pesca del deserto”, perché cresce esclusivamente nelle zone aride e semi-aride dell’Outback. Il quandong ha un ruolo fondamentale nella cultura e nella mitologia aborigene e ogni anno si svolgono importanti cerimonie sacre per incrementarne il raccolto.
L’arbusto, di piccole dimensioni (non supera i 4 metri di altezza), cresce in piccoli gruppi. Il frutto del quandong è verde, ma quando matura tende al rosso, spesso con sfumature gialle. Il gusto, a volte leggermente acidulo, è comunque piacevole, un misto fra quello dell’albicocca, della pesca e del rabarbaro. La raccolta viene effettuata solitamente nei mesi di settembre e ottobre.
Il suo valore nutrizionale è eccezionale: il suo contenuto di vitamina C è il doppio rispetto a quello di un’arancia.
Un frutto unico
Quella del quandong è considerata una specie unica e non ne esistono altre varietà in natura. In molti hanno provato a coltivare o ibridare questo frutto eccezionale, ma senza successo. Tuttora, cresce soltanto allo stato selvatico ed è quindi esposto alle minacce comportate dai bovini e dai dromedari australiani che si trovano allo stato brado, anche se il principale fattore di rischio è costituito dall’incessante distruzione della cultura e delle tradizioni degli aborigeni, veri protettori di questo frutto.
Non si spreca nulla
Come ci insegnano gli aborigeni, del quandong non si spreca nulla. I frutti avvizziti raccolti sotto l’albero rinvengono facilmente se messi a bagno in acqua. Il raccolto in eccesso viene ridotto in poltiglia e trasformato in piccole forme da far essiccare per essere poi riutilizzate e, in tempi di grave carestia, viene consumato anche il nocciolo. Ricco di nutrienti, è costituito per il 25% da proteine e per il 70% da oli. I semi vengono tritati e ridotti a una pasta, che si spalma sul corpo per curare disturbi comuni, come l’artrite. Gli aborigeni consumano il frutto del quandong anche sotto forma di bevanda, per ripulire il corpo dalle tossine e trovare sollievo dai reumatismi.
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